Mi hanno dato tanti nomi,
uno per il tramonto, uno per le giornate di pioggia, altri per i giorni di festa e per le notti d’estate,
perché non conoscevo il mio.
Volevo credere che non si trattasse solo di un’estrazione,
solo perché non potevo ricordare da dove venissi,
e che forse uno di questi nomi mi si addicesse e che qualche estrattore senza scrupolo potesse indovinare.
Provavo come mi calzassero come fossero un nuovo paio di scarpe,
ma dal cilindro magico ne uscivano sempre di nuovi
e la riva era sempre più lontana, questa barca mi portava sempre più a largo,
dove sono finita?
Sotto un mucchio di stracci dove ognuno può fare di me quello che vuole perché non ricordo nulla di me.
Dove ho perso la mia storia?
Dentro un recinto di filo spinato, dove i ricordi preferiscono essere soffocati, le parole non esistono e non ci sono neppure ascoltatori,
credendo che sotterrare tutto sia il modo migliore per poter godere di una nuova alba, e che nel dimenticare si nasconda la vita.
Questo dolce inganno è divenuta la mia prigione.
Se la mia vita doveva essere divorata ho scelto che lo fosse per la dimenticanza e nei miei cassetti non sono rimaste che briciole di esistenza,
che il passante di turno affamato non ha esitato a raccogliere,
mi dispiace sono stata poca cosa per il vostro stomaco!
Ma c’è un nome in serbo per me,
è stato lanciato dal cielo in una notte stellata,
non ci sono prove da fare,
era da sempre racchiuso in me,
insieme al mio passato,
attendeva solo che fossero spente tutte le luci
per mostrarsi e brillare.
virginia 09.06.2011
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per aver visitato il mio Blog, e per aver lasciato un commento!
Un abbraccio, virginia