Assetata di realtà
come di acqua
senza la quale
non c’è vita,
l’ho sotterrata
dietro sorrisi infantili
per carezze non ricevute
e per la troppa solitudine
con cui ho filato i miei abiti,
cucendo me stessa dentro,
non avendo occhi per vedermi,
cosa afferravo?
Avanzi distorti di realtà,
gettati per me da passanti
a cui credevo ciecamente,
cadendo in ogni trappola
di cacciatori affamati,
di cui desideravo essere preda
almeno per un ultimo sorriso.
Con le mani e i piedi legati,
chi ha polverizzato per me il velo che mi copre gli occhi?
Assetata di realtà
senza la quale non sono viva,
i miei vecchi abiti prendono facilmente fuoco,
desiderosa di rimanere bimba
per non vedere la realtà che mi veniva mostrata dagli occhi di altri,
per non vedere la realtà che mi veniva mostrata dagli occhi di altri,
quella che filtra dal mio sguardo
accende lampade in tutti gli angoli,
spicca il volo in luoghi
di cui non immaginavo l'esistenza,
ora sono accese luci
e le ombre di cui mi parlava il primo viandante
non mi appartengono
ma ho le mani da cui cadono fiori
come una cascata di stelle.
virginia 05.06.2011
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