Sono caduta dal cielo
una notte di settembre,
tra le spine che hanno iniziato a graffiarmi la pelle
e tra le grida delle donne che si passavano la pesante zavorra
del destino di generazione in generazione
e questa volta toccava a me,
tra gli schiaffi vigorosi che mi diedero
quando nacqui per farmi uscire il respiro e la voce,
che non imparai ad usare,
che mi dimenticai di avere.
Tra chi alzava le braccia al cielo
sperando di dimenticare
e me che guardavo al cielo
sperando di ricordare chi ero.
Infine sono nata una seconda volta,
quando davvero la mia voce
imparò ad uscire dai miei polmoni
e le mie mani impararono a creare all’esterno
l’inconscio dentro di me,
ma questa seconda nascita
è ancora in un embrione
i cui occhi sono solo
profumi nell'aria.
profumi nell'aria.
virginia 15.05.2011
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