Convinta che il mondo
avesse un colore
non sapevo vedermi
e non vedevo il mondo.
Ora che anch’io mi scopro
come una granello di sabbia dell’infinito
sorrido dei suoi giochi e dei suoi scherzi,
dei tranelli e delle trappole in cui cado
chiusa nella mia gabbia.
Ma ora che lo spazio non ha confini
qual è il colore più luminoso?
Quello gridato e artificiale,
che cerca di ammaliarmi
e mi attira con i suoi artigli
per imprigionarmi l’anima,
e mi attira con i suoi artigli
per imprigionarmi l’anima,
o quello che facendo capolino tra le mie dita
e giocando a nascondino
mi mostra la realtà?
Spengo le luci della ribalta
delle parole vuote
di chi vuole convincere di essere
ciò che non potrà mai essere,
ciò che non potrà mai essere,
non seguo vendite pubblicitarie,
e di chi vuole dare insegnamenti
di ciò che non potrà mai sapere,
per ascoltare i moti della mia anima libera
e contemplarla nell’universo stellato,
quel segreto che nessuno
svelerebbe mai di poter vedere.
svelerebbe mai di poter vedere.
virginia 05.05.2011
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