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Ho scavato
ed ho usato tutto il coraggio che avevo
per aprire gli occhi
e sprofondare in fondo alla mia anima
in quel pozzo
in cui non sarei voluta scivolare.
Ho scavato tra oggetti abbandonati,
dimenticati, allontanati e divenuti invisibili,
mai utilizzati.
Ho scavato
e ho provato compassione
per una bambina
che ho ritrovato seppellita e dimenticata in quel posto,
le mani che scavavano
trovavano sempre più forza e pena,
erano mani coraggiose che osservavano
e senza paura si trovavano in quel luogo,
e scavando le mie mani
diventavano quelle di una donna
e i resti tra cui mi trovavo non erano più quelli di una bambina,
ma quelli di una donna che utilizzava tutte le sue unghie per aggrapparsi e risalire alla luce del sole,
scavando dentro di sè
le sue unghie si assottigliavano e si affilavano
e imparavano a graffiare.
Così nel buio del pozzo,
la donna che avevo di fronte
trovava nuovi appigli per riemergere,
si aggrappava alla pittura e alla poesia
e gli appigli divenivano tanti
come un torrente che scorre
ne trovava di nuovi tra quegli oggetti abbandonati.
ne trovava di nuovi tra quegli oggetti abbandonati.
Ho scavato
tra ciò che era tenuto nascosto,
e ho trovato una donna
che è emersa alla luce
non più invisibile e dimenticata.
virginia 05.12.2011
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